Nella splendida cornice medievale di Gradara, situata nella parte settentrionale della provincia di Pesaro e Urbino, la storia d’amore cantata nell’inferno dantesco continua a far sognare, mentre l’ampio panorama che si ha dal camminamento di ronda racconta di guerre di conquista.
Era il 1275 e Francesca da Polenta era stata data in sposa a Giovanni Malatesta, detto “Gianciotto”. Lei era una fanciulla bella ed aggraziata di circa sedici anni; lui un uomo di grande valore politico e militare ma brutto, deforme e crudele. Il loro matrimonio era stato deciso dalle rispettive famiglie per questioni politiche.
Lui era il Podestà di Pesaro, sempre occupato ad amministrare la giustizia e governare. Lei era confinata nel castello di Gradara, spesso sola poiché era proibito al Podestà portarsi la famiglia appresso, per evitare distrazioni in caso di emergenza.
A farle compagnia andava spesso il cognato Paolo Malatesta, bello, giovane e dai modi cortesi. Fu Paolo a farle da sposo al posto del marito durante la celebrazione del matrimonio per procura.
I due si intrattenevano leggendo, finché un giorno si imbatterono in un libro che raccontava di Lancillotto, cavaliere della Tavola Rotonda, e del suo travagliato amore per la sua regina Ginevra.
Nel V Canto dell’Inferno dantesco è Francesca a raccontarci la sua storia:
“Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante”
La stanza di Paolo e Francesca è ancora lì, al piano superiore, riarredata dall’ultimo proprietario intorno al 1920 per ricostruire gli ambienti dell’epoca medievale. Nella sala ci sono il letto, il leggio del libro “galeotto” e la botola attraverso cui Paolo cercò invano di sfuggire alla morte. Era il settembre del 1289 e Gianciotto, tornato all’improvviso, trovò la moglie ed il fratello mentre si baciavano.
Guidato dall’ira, Gianciotto si gettò con il pugnale contro Paolo, mentre questi cercava di fuggire attraverso la botola vicino alla porta. Impigliatosi ad un chiodo, dovette fermarsi e Francesca, per salvare l’amante, gli fece scudo con il suo corpo. Gianciotto la trafisse con il pugnale e poi uccise anche Paolo.
“Caina attende chi a vita ci spense“
I versi danteschi ci rieccheggiano nella mente mentre riprendiamo la visita. Dopo il salone delle udienze c’è la camera dedicata a Lucrezia Borgia, che qui visse per un breve periodo. Già immaginavo una toeletta piena di intriganti boccette ma l’attenzione è caduta su un affresco del XV secolo.
Continuando l’esplorazione del castello, scopriamo quanto è travagliata la sua storia: fu fondato dalla famiglia Griffi ma portato alle forme attuali dai Malatesta, che fecero costruire la doppia cinta muraria e qui governarono fino al 1463, quando Sigismondo Pandolfo Malatesta, scomunicato da papa Pio II, si scontrò contro il duca di Mentefeltro che assediò Gradara per conto della Chiesa. La fortezza, che aveva resistito a numerosi assedi in passato, dovette arrendersi e, anche se non espugnata, venne consegnata in vicariato dal papa agli Sforza di Pesaro, fedeli alleati della Chiesa.
Da quel momento Gradara passò di mano in mano, tra alcune delle più importanti casate, come i Della Rovere, i Borgia e i Medici.
Uno dei motivi di tante contese è la posizione strategica: il castello sorge su una collina a centoquarantadue metri sul livello del mare ed il mastio si innalza per trenta metri, dominando l’intera vallata, la fascia costiera da Gabicce a Rimini e soprattutto un tratto dell’antica via consolare Flaminia.
Saliamo sul cammino di ronda per osservare il panorama collinare inverdito dalla fitta boscaglia. Sulle cime delle colline un tempo sorgevano importanti castelli ormai scomparsi, come quello di Monteluro, o i borghi fortificati del Montefeltro, soggetti al controllo dell’omonima famiglia. Si possono osservare anche i piccoli centri della Valconca ed il profilo inconfondibile del Monte Titano, simbolo di San Marino. Volgendo lo sguardo ad est, possiamo vedere il mare Adriatico della riviera marchigiana e romagnola, distante circa cinque chilometri. Solo un tratto degli ottocento metri di lunghezza delle mura è percorribile, ma è abbastanza per apprezzare le merlature, le feritoie e le quattordici torri quadrate. Da qui si ha una prospettiva piacevole del borgo sottostante, le case di mattoni, le strade selciate, i negozietti, le locande e la “passeggiata degli Innamorati” ossia il percorso pedonale che circonda la fortezza.
Appena oltrepassata l’entrata principale del borgo, ricavata sotto l’imponente Torre dell’Orologio, si ha già l’impressione di essere catapultati in un tempo lontano, di dame, cavalieri, menestrelli.
L’ideale per un approccio più intimo è arrivare lontano dai giorni di festa, quando la massa di turisti chiassosi può risultare soffocante. Resta comunque innegabile il fascino di Gradara anche durante le belle manifestazioni organizzate dalla Pro Loco, che richiamano migliaia di persone. Non a caso fu scelta quale soggetto del francobollo da 40 lire della serie “Turismo” emessa nel 1974.
Dopo la lunga passeggiata tra stradine e gradini in uno dei borghi più belli delle Marche e dell’Italia tutta, perché non fermarsi in una locanda per riposare e rifocillarci? Cerco tra i menù i “tagliolini con la bomba”, di cui ho letto storie e recensioni, ma non li trovo: pare sia un piatto che preparavano le nonne contadine ma non le trattorie tradizionali.
Città Gradara
Provincia Pesaro e Urbino
Regione Marche
Coordinate GPS 43°56′28.5″N 12°23′52″E
Come arrivare
In auto: da Rimini. Autostrada A14, uscita Cattolica e proseguire lungo Via Malpasso Seconda, che corrisponde alla SP17. Alla rotonda prendere la seconda uscita, entrando nella SS16 e percorrerla fino alla svolta nella SP47, seguendo le indicazioni per Gradara.
In treno: Stazione di Cattolica, S.Giovanni, Gabicce e Pesaro: prendere autobus Adriabus linea 130 per Gradara (linea Pesaro-Gabicce-Cattolica-Gradara).
In autobus: da Pesaro,Gabicce, Cattolica. Linea 130 Pesaro-Gabicce-Cattolica-Gradara. Linea 131 Gradara-Cattolica-Gabicce-Pesaro. Da Rimini, Riccione e Misano Adriatico: SMART Romagna linea 125 oppure 134 e scendere a Cattolica Stazione FFSS, poi proseguire per Gradara con Autolinee Adriabus.
Cosa visitare nei dintorni
– Rimini
– Frontino (PU)
– Fermignano (PU)
Per saperne di più
È possibile trovare molte informazioni utili su Gradara sul sito internet: https://www.gradara.org/.
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Gradara è iscritta al club “I Borghi più belli d’Italia”; se cerchi ispirazione e vuoi scoprirne altri, potrebbero interessarti anche gli articoli raccolti nella seguente sezione:
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– Turismo – 3ª emissione – 21 maggio 1976 : 150 L. Fénis
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– Turismo – 6ª emissione – 30 marzo 1979 : 90 L. Castelsardo
– Turismo – 6ª emissione – 30 marzo 1979 : 220 L. Scilla
– Turismo – 8ª emissione – 4 luglio 1981 : 80 L. Matera
– Turismo – 10ª emissione – 30 luglio 1983 : 250 L. Alghero
– Turismo – 10ª emissione – 30 luglio 1983 : 500 L. Taranto
– Turismo – 12ª emissione – 1 giugno 1985 : 600 L. Termoli
– Turismo – 13ª emissione – 24 marzo 1986 : 350 L. Acitrezza
– Turismo – 16ª emissione – 10 giugno 1989 : 500 L. Pompei
– Turismo – 20ª emissione – 26 giugno 1993 : 600 L. Palmanova
– Turismo – 21ª emissione – 23 aprile 1994 : 600 L. Orta san Giulio
– Turismo – 16 novembre 2013 : 0,70 € San Leo
– Turismo – 16 novembre 2013 : 0,70 € Tropea
– Turismo – 10 aprile 2015 : 0,80 € Isola di Burano
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