Nel grazioso borgo alessandrino di Rocca Grimalda il carnevale è festeggiato con la Lachera, una celebrazione articolata in due giorni nei quali un corteo di maschere dai ruoli e costumi ben definiti gira per le cascine facendo la questua itinerante per poi giungere nel centro del borgo tra musiche e danze popolari. Tra arcani simbolismi e briose coreografie è facile lasciarsi coinvolgere dall’atmosfera festosa ma è difficile comprendere fino in fondo la vera natura di questa manifestazione. Si tratta di un’antica festa contadina o di una rievocazione storica ottocentesca?
Piovono coriandoli dal cielo mentre saltimbanchi e giocolieri si esibiscono per i più piccini. L’atmosfera è festosa e il grazioso borgo alessandrino di Rocca Grimalda festeggia il Carnevale con le celebrazioni della Lachera. È domenica, sono da poco passate le tre del pomeriggio ed è facile lasciarsi prendere dalla gioiosa baldoria e seguire il corteo di maschere e musicisti che si sposta per le vie delle città, fermandosi nei punti principali per esibirsi nelle danze tradizionali.
Aprono il corteo due “Trapulin” armati di frusta che fanno schioccare con incedere marziale per incutere rispetto e timore: hanno un copricapo simile ad un colbacco completamente ricoperto di fiori artificiali, una maschera bianca baffuta e sono i custodi della tradizione. Seguono i “Lachè” vestiti di bianco, con fusciacca e nastri colorati e con in capo un grande cappello a forma di mitra vescovile anch’esso bianco ma infiorato. Incedono in modo festoso, saltellante, a tempo di musica. Il loro procedere sgambettante, avanzando e retrocedendo alternativamente in vivaci giravolte, segue la coreografia del ballo tradizionale della Lachera, che è una danza itinerante. Il cuore del corteo è composto da una coppia di sposi scortati da due “Zuavi” armati di spade e accompagnati da ballerine che fanno da damigelle. Anche gli zuavi hanno un copricapo simile ad un colbacco infiorato. Un tempo il ruolo della sposa era impersonato da un uomo in costume come nella tradizione del teatro popolare; adesso la sposa è una fanciulla leggiadra, accompagnata dallo sposo con incedere elegante. Lo sposo veste una giacca nera su pantaloni chiari. Entrambi indossano una maschera e guanti bianchi.
Seguono gli sposi un gruppo di “Campagnole” e “Mulattieri” in abiti tradizionali. Chiude il corteo il “Guerriero” con maschera e vestiti neri: secondo alcuni impersona il tiranno; incede con fare mesto e viene tenuto lontano dagli sposi col roteare delle spade degli zuavi. Ai lati del corteo troviamo una seconda coppia di trapulin. Infine il “Bebè” è un personaggio mezzo uomo e mezzo donna con una maschera nera. Veste con un mantello rosso-viola e una buffa cuffia rossa infiorata da cui spuntano corna e grandi orecchie caprine e da cui esce una lunga treccia di capelli scuri. Il suo ruolo è quello di divertente disturbatore.La tradizione vuole che la Lachera sia un festoso corteo nuziale ed una danza contro il tiranno. Rappresenta un’insurrezione popolare avvenuta presuntamente alla fine del XIII secolo contro Isnardo Malaspina, il tiranno locale che voleva esercitare lo Ius primae noctis nei confronti della novella sposa. Quel dì il giovane sposo di Rocca Grimalda, aiutato dagli amici, riuscì ad impedire il rapimento della sua amata ad opera degli sgherri del malvagio feudatario. La rivolta che ne seguì portò alla morte del Malaspina, festeggiata con grande entusiasmo dal popolo con danze che si svolgono per il paese e tra le varie cascine. La Lachera prende il nome dai “Lachè”, i servitori che si sono ribellati al giogo del potente. La trama ricorda molto il tema centrale dello Storico Carnevale di Ivrea; il fatto non è documentato storicamente, né lo è il suo collegamento con la festa del Carnevale che, secondo la tradizione orale, esiste “da sempre”.
Uno sguardo un po’ attento ai particolari noterà la prepotente presenza di fiori e nastri colorati tra i costumi e gli elaborati copricapi che richiamano le fioriture e i colori della primavera e sono in contrasto con il costume nero del tiranno che potrebbe simboleggiare l’inverno. Al centro del corteo la coppia di sposi è simbolo di fecondità e rinascita; gli zuavi che li scortano sono armati con spade da difesa che fanno roteare per rappresentare la battaglia contro il tiranno. Secondo la tradizione il tiranno muore così come l’inverno cede il passo all’esuberante sbocciare della vita primaverile.
Quando il corteo giunge in luoghi come il sagrato della chiesa di Santa Limbania o la terrazza del Belvedere, le maschere e i musicisti si dispongono a formare un ampio cerchio al cui interno vengono eseguite vivaci danze tradizionali: la Giga e il Calisun. Nella Giga il centro è occupato dai due Lachè e dagli sposi che danzano insieme, inizialmente tenendosi per mano a formare un gioioso girotondo e poi proseguono a coppie con passi saltellanti e molto rapidi che li portano ad avanzare e retrocedere scambiandosi poi i partner. Nel Calisun la sposa danza insieme ai due Lachè, trovandosi inizialmente in mezzo a questi che la tengono ciascuno per una mano mentre le girano intorno facendola ruotare.Poi la sposa si ribella e li fa indietreggiare uno alla volta al ritmo di saltelli e graziosi sgambetti mentre il ritmo della musica si fa incalzante.
Mentre ci si lascia travolgere dal ritmo della festa è difficile fermarsi a pensare che dietro quelle maschere dall’espressione immutabile ci possono essere persone anche non più giovanissime che non lasciano trasparire i segni della fatica ma donano alla festa tutto il loro entusiasmo ed il loro attaccamento alla tradizione. È grazie al loro impegno e alla loro passione che la Lachera continua ad essere così viva, amata ed apprezzata anche al di fuori dei confini del Monferrato, sia in Italia che all’estero.
Città Rocca Grimalda
Provincia Alessandria
Regione Piemonte
Coordinate GPS 44°40′21″N 8°38′58″E
Come arrivare
In auto: da Alessandria o Genova. Prendere l’autostrada A26 fino all’uscita Ovada. Proseguire lungo al Strada Provinciale 456 del Turchino per una decina di Km seguendo le indicazioni fino a Rocca Grimalda.
In treno: La stazione ferroviaria più vicina è quella di Ovada, che dista circa 5 km da Rocca Grimalda.
Per saperne di più
È possibile trovare tutte le informazioni relative alla Lachera di Rocca Grimalda sul sito istituzionale della manifestazione: http://www.lachera.it/Sito_Lach/Lachera.html.
Se le manifestazione storiche e folcloristiche carnascialesche italiane ti appassionato, potrebbero interessarti anche i seguenti articoli:
– Le suggestioni del Carnevale di Venezia (VE)
– Lo storico Carnevale di Ivrea (TO)
– Pirin e il Carnevale di Oleggio (NO)
– Sa Sartiglia di Oristano (OR)
– La danza dei Mamuthones di Mamoiada (NU)
– Il Carnevale del Povero Piero (MI)Se cerchi altri luoghi le cui tradizioni o leggende sono legate ad un atto di rivolta contro l’applicazione dello “Ius primae notcis”, potrebbero interessarti anche:
– Lo storico Carnevale di Ivrea (TO)
– La pittoresca Dolceacqua (IM)
– Il corvo di Roccascalegna (CH)
Visits: 643
Lascia un commento