Nella parte orientale della provincia dell’Aquila, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, la bellezza di Rocca Calascio ha colpito molti registi e continua ad affascinare i sempre più numerosi escursionisti che vengono a visitare uno dei castelli più belli d’Italia.
“Vai in quella direzione: troverai un castello diroccato. Là c’è un monaco di nome Imperius. Dagli il falco. Lui sa quello che deve fare.”
Con queste parole Etienne Navarre consegna un falco ferito con una freccia conficcata nel petto nelle mani di Philippe Gaston, un giovane e abile ladruncolo profondamente sensibile e volonteroso. Philippe prende il falco, sale sul grande cavallo nero di Navarre e si allontana cavalcando nel verde dei pascoli mentre il paesaggio cambia rapido di fronte a lui. Oltre quell’altura ecco che si intravede una torre cilindrica di pietra bianca: è una delle torri della Rocca di Calascio. Le riprese del film “Lady Hawke” furono girate nel 1984 e a quell’epoca il castello non era ancora stato restaurato.Lo spettacolo che ci offre oggi è diverso, senza le passerelle in legno e la corona sulla parte superiore della torre anteriore destra, che era stata scenografata appositamente per il film: la sua immagine stilizzata è quella raffigurata nel francobollo da cinquanta lire della serie “Castelli d’Italia” emessa a partire dal 1980.
La fortificazione ha chiaramente scopo militare; le quattro torri angolari hanno struttura cilindrica e furono costruite insieme alla cinta merlata verso la fine del XV secolo dalla famiglia Piccolomini. Le diverse feritoie risultano idonee all’uso degli archi ma anche delle armi da fuoco; adesso sono utilizzate come strette finestre su un panorama ampio e meraviglioso che abbraccia il territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e nelle giornate limpide arriva fino al mare. Il maschio della rocca è l’imponente torrione centrale quadrangolare che si sviluppa su tre piani in altezza e risale all’incirca all’anno 1000 ma probabilmente sorge su un preesistente piccolo nucleo romano. Arroccato su un crinale roccioso a circa millecinquecento metri sul livello del mare, il torrione sorge in posizione strategica per il controllo del territorio: nacque come torre di avvistamento e venne utilizzato anche come torre di comunicazione mediante fuoco o specchi con altre torri e rocche fino all’Adriatico. È contornato da un ampio camminatoio di pietra su cui è piacevole passeggiare lentamente, godersi l’aria fresca ed il panorama che si offre al di là delle feritoie.
Una breve sosta qui è il giusto premio dopo la passeggiata di circa tre chilometri in una quarantina di minuti lungo il sentiero sterrato e ben segnalato che ci ha portato fin quassù, passando accanto alla piccola e graziosa chiesa di Santa Maria della Pietà, con pianta ottagonale e risalente alla fine del XVI secolo.Girandoci attorno si nota che ha finestre basse e larghe per permettere ai pastori di assistere alla funzione religiosa dall’esterno della chiesa, potendo restare a guardia del proprio gregge.
Prima ancora il sentiero attraversa l’antico borgo di Rocca Calascio, ormai disabitato. Il borgo era nato intorno alla rocca per offrire un riparo sia ai soldati che la proteggevano, sia ai pastori in fuga dai briganti. I violenti terremoti che si scatenarono tra il XV e il XVI secolo ne distrussero una parte. Alcuni abitanti fuggirono verso valle cercando rifugio nel borgo di Calascio; altri restarono e continuarono a vivere di pastorizia e commercio di prodotti come la lana e il formaggio, approfittando della posizione privilegiata sul Regio tratturo che attraversa tutto l’Abruzzo per arrivare fino a Foggia.
Prosperando, Rocca Calascio divenne “uno dei centri più attivi del territorio, una sorta di capitale dell’industria armentizia popolata di uomini e di greggi.”
La pittrice e viaggiatrice inglese Estella Canziani, che nel 1914 aveva visitato l’Abruzzo, racconta che “le contadine dalla carnagione bruna di questa zona di montagna […] indossano collane di stelline d’oro con filigrane e catene, anelli d’oro e smalto di svariate fogge, ciondoli di topazi, brillanti o pietre artificiali“. Sono gioielli finemente lavorati che hanno funzione ornamentale ed anche magica, di difesa in un mondo isolato e selvaggio le cui leggende e fantasie popolari hanno contribuito a rafforzare la superstizione: ad esempio si pensava che il tintinnio degli orecchini potesse tenere lontani gli spiriti maligni e che le pietre dure incastonate negli anelli avessero poteri mistici di protezione della salute e dal malocchio.
Fu il secondo dopoguerra a mettere in ginocchio questo paese: molti uomini partirono per il fronte lasciando le donne sole a seguire le greggi e tutte le attività necessarie per la vita del paese, dallo spaccalegna al muratore. Poi, l’estendersi della coltivazione dei cereali causò la riduzione dei tratturi e la bonifica nell’agro romano portò alla diminuzione dei pascoli. In un “paese poverissimo di campi coltivabili e reso irraggiungibile dall’assoluta mancanza di vie di comunicazione” ai pastori restava solo la scelta di emigrare, cercando un lavoro nelle miniere del Belgio o nelle fabbriche cittadine.
Nel 1968 il film-documentario “Nel silenzio dei sassi” del regista Romano Scavolini denuncia che “A Rocca Calascio se ne sono andati tutti. […] Ora è ridotta a un cimitero di case piene di silenzio e di ricordi.”
Per circa un ventennio il borgo e la rocca di Rocca Calascio furono dimenticate; poi i riflettori di film come “Lady Hawke” e “Il nome della Rosa” portarono qui nuova vita. Iniziarono i lavori di restauro della rocca. Furono girate delle scene del film “Il viaggio della sposa” del 1997. Si iniziò il recupero di alcune vecchie case ormai ridotte a macerie, utilizzando i materiali originali dove possibile, in favore della creazione di un rifugio diffuso, un ristorante ed un piccolo bed & breakfast, importanti strutture ricettive in un sito affascinante e turisticamente poco sfruttato.
Mentre Rocca Calascio continua a prestarsi come set cinematografico, la sua immagine si diffonde attraverso gli schermi televisivi, la sua storia viene raccontata da giornalisti e blogger, la sua fama cresce, celebrando tutto il fascino e la bellezza del posto, “una bellezza a cui non ci si abitua”.
Città Rocca Calascio
Provincia L’Aquila
Regione Abruzzo
Coordinate GPS 42°19′44″N 13°41′20″E
Come arrivare
In auto: da L’Aquila. Prendere la strada statale Strada Statale 17 in direzione Pescara per circa 15 chilometri fino a Barisciano e proseguire per Santo Stefano di Sessanio e poi Calascio. Parcheggiare l’auto e proseguire a piedi lungo la strada asfaltata seguendo le indicazioni per la Rocca. Arrivati ad un fontanile troveremo il sentiero che passa per il paese di Rocca Calascio e sale al castello in circa mezz’ora.
Cosa visitare nei dintorni
– Santo Stefano di Sessanio (AQ).
Per saperne di più
Per maggiori informazioni su Rocca Calascio è possibile consultare il sito internet: http://www.roccacalascio.info/
Una delle torri di Rocca Calascio è immortalata nella locandina del film “Lady Hawke”. Se vuoi curiosare tra altre location cinematografiche, non perderti gli articoli raccolti nella sezione dedicata:
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Rocca Calascio è stata ritratta nella celebre serie filatelica i “Castelli d’Italia”. Se cerchi soggetti simili, potrebbero interessarti anche:
– 20 L. Castel del Monte, ad Andria
– 50 L. Rocca di Calascio, a L’Aquila
– 80 L. Castello di Sabbionara
– 180 L. Castel Gavone a Finalborgo
– 700 L. Castello d’Ivrea
– 850 L. Castello di Arechi, a Salerno
– Biglietto postale da 300 L. Castello della Rancia
– Cartolina postale da 500 L. Castello di Monselice
– Cartolina postale da 650 L. Castello di Acaya
– Valore complementare: 50 L. Castello di Scilla
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