Pirin ad San Duna e la moglie Majn sono le maschere di Oleggio, figure leggendarie che animano uno dei Carnevali più importanti dell’area ticinese.
Per le strade del centro gli altoparlanti suonano il tormentone del momento: la canzone vivace ci trascina nello spirito della festa e già ci muoviamo a tempo di musica, quando scorgiamo arrivare un trattore. Avanza lentamente, trainando un carro allegorico. C’è movimento, maschere danzanti, una profusione di colori e coriandoli in volo.
Altissimi bastoncini dello Shangai si accompagnano alle tessere del domino, ai dadi e carte da gioco ed a grandi stelle ridenti; poi un gruppo di farfalloni sorridenti inizia una simpatica coreografia. Danzano scuotendo le antennine e dei retini; la loro ironia è contagiosa e li rende irresistibili. Hanno appena il tempo di raccogliere applausi divertiti che già alle loro spalle si intravede l’arrivo di un altro carro.
Un gigantesco cannibale dalla pelle scura con l’anello al naso ed un copricapo di piume sta pregustando un lauto pasto: davanti a lui c’è un pentolone con Salvini dentro, farcito da una mela in bocca.
Segue la “Rovina Commedia” con Dante in viola che troneggia sul suo carro popolato da politici di spicco, in mutande, guanti e fazzoletti colorati al collo. Tra il verde Salvini, il giallo Di Maio, il rosso Renzi e Prodi in azzurro, c’è un piccolo Berlusconi che se la ride. Ai loro piedi angeli e diavoli danzanti lanciano coriandoli sulla folla.
Per strada un gruppetto di clown ha ingaggiato una battaglia a colpi di stelle filanti e tra risa e urletti già si fa spazio al prossimo carro. Anche questo è bello e colorato, con elementi in movimento, il frutto di mesi di fatica e impegno. Legno, ferro e cartapesta danno vita a mondi fiabeschi o satira pungente. Ogni anno un tema nuovo, tenuto scrupolosamente segreto fino alla sfilata di Carnevale.
Infine arriva il carro delle maschere della tradizione e tra enormi Pulcinella e Balanzone c’è un re che siede su un trono appoggiato alla torre dei Bagliotti, il campanile simbolo di Oleggio, a sua volta mascherata con occhiali, naso e baffi. Riconosco un Gianduja in carne ed ossa dal tricorno con la coccarda, la giubba bordata sopra il panciotto ed i pantaloni lunghi poco sotto il ginocchio. L’altro forse è Brighella, un mattacchione vestito di verde; poi c’è Colombina, con la crinolina ed il grembiule candido sopra il vestito rosso. Eppoi eccoli lì, non potevano mancare, sotto una cascata di coriandoli ci sono Pirin e Majn, i veri protagonisti della festa.
Pirin ad San Duna (Pierino da San Donato) e sua moglie Majn (Maddalena) sono due personaggi leggendari; di lui si dice: “Oleggese D.O.C. amante della libertà e insofferente ai soprusi, lingua caustica, ma con arguzia, ghiotto di buon cibo e di giustizia, fedele al suo ostico vernacolo”. A lui vengono affidate le chiavi della città all’inizio del Carnevale ed è lui che tiene banco con discorsi rigorosamente in dialetto, con i quali ripercorre ironicamente i fatti salienti dell’ultimo anno e punzecchia politici e personalità locali.
La penna del poeta dialettale Giuseppe Ferrari detto “Pinèla” lo descrive come un contadino vissuto nel XIV secolo, quando Bernabò Visconti aveva scelto Oleggio quale sua riserva di caccia preferita e per questo vi teneva i suoi cani. Si narra che questi fossero circa cinquemila, alloggiati nell’area che ancora oggi porta il nome di “Motto dei cani”, all’interno delle mura della città, e mantenuti a spese della popolazione. Un cane troppo magro o troppo grasso o malato o morto avrebbe potuto costare la confisca dei beni o la prigionia alla persona che ne era responsabile.
Stanco della prepotenza e dei soprusi di Bernabò, il coraggioso Pirin cercò di ucciderlo, offrendogli dei tapit avvelenati. Bernabò, scaltro e sospettoso, ne diede da mangiare ai cani che, morendo, rivelarono l’inganno. Pirin fu incarcerato e condannato all’impiccagione ma riuscì a salvarsi grazie al provvidenziale intervento del Marchese del Monferrato e dei suoi mercenari della Compagnia Bianca che, nel 1361, occuparono Oleggio, costringendo il Visconti alla fuga.
Se la ride il Pirin mentre lancia coriandoli sulla folla. Guardo il suo carro mentre si allontana lentamente. La musica continua a suonare e ci sono maschere che danzano in mezzo alla strada.
Mi allontano a caccia di tapit, i semplici quanto tipici biscotti di Oleggio ma, invece, mi vengono incontro quattro tranci di pizza…
Città Oleggio
Provincia Novara
Regione Piemonte
Coordinate GPS 45°36′N 8°38′E
Come arrivare
In auto: da Milano o Torino. Prendere l’autostrada A4, uscire a Novara Est, continuare sulla NSA88 in direzione di Aeroporto/Novara, proseguire sulla SS 32 in direzione di Malpensa, superare il comune Bellinzago Novarese, proseguire per Oleggio.
In treno: Stazione ferroviaria di Oleggio
Per saperne di più
È possibile trovare tutte le informazioni relative al Carnevale di Oleggio sul sito istituzionale della manifestazione: http://carnevaledioleggio.it/.
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