Borgo colorato e suggestivo, chiamato la “Città dai mille velieri”, Camogli ha mantenuto forte la sua vocazione marittima.
Vista dal mare, Camogli sembra arrampicarsi lungo le pendici del monte di Portofino: case alte, strette e colorate si ammassano l’una sull’altra, a comporre la palazzata ottocentesca nota in tutto il mondo. La scansione delle linee verticali che separano gli edifici esercita un suo fascino ipnotico; le tinte vivaci delle facciate danno a pescatori e marinai un riferimento verso cui tornare.
Sopra uno scoglio aguzzo si erge il Castello della Dragonara: è fatto della sua stessa pietra scura e con esso si confonde. Aveva uno scopo difensivo e lo testimoniano il massiccio torrione e le garitte di vedetta circolari che si sono conservate fino ai giorni nostri. I cannoni, disposti scenicamente sulle sue terrazze, rievocano il tempo in cui i pirati saraceni, dediti a razzie e saccheggi lungo le coste, erano una seria minaccia da combattere con le armi. Oggi il castello ospita eventi culturali e mostre; nel secolo scorso vi era allestito un piccolo acquario tirrenico con vasche d’acqua di mare e fauna ittica locale. Pesci e crostacei sono stati successivamente trasferiti nell’acquario di Genova.
Dall’alto della torre si gode di una veduta panoramica a trecentosessanta gradi su Camogli, la costa ed il mare. Da lassù sembra quasi di toccare il timpano della facciata della Basilica di Santa Maria Assunta. Nel XII secolo era la piccola cappella del castello ma con il tempo, è stata rimaneggiata, ingrandita ed abbellita fino a diventare l’attuale capolavoro barocco. All’interno, la luce riflessa dagli stucchi dorati crea un’atmosfera magnifica e calda. Tra le cappelle laterali, ce n’è una che conserva un reliquario di San Prospero, il Vescovo di Tarragona che trovò qui rifugio dall’invasione islamica del VII secolo ed è uno dei protagonisti della leggenda della fondazione dell’Abbazia di San Fruttuoso. All’esterno, l’abside color pastello, alta e stretta, si fonde tra le case affacciate sulla spiaggia ed è una delle icone più fotografate di Camogli, al punto di apparire in alcuni diffusi screen saver di smartphone e personal computer.
Un toponimo e una maiolica posta sul sagrato della Basilica rivelano che, contrariamente alle apparenze, ci troviamo su un’isola; inizialmente era collegata alla costa da un ponte di barche che poteva essere rimosso in caso di pericolo. La maiolica rappresenta la Camogli del 1518, quando c’era già un ponte fisso, oggi parzialmente nascosto da un palazzo costruito senza fondamenta e parzialmente trasformato da ciottoli ed altri residui portati dal mare e dall’uomo nella odierna Piazza Colombo.
Sulla sinistra c’è il porticciolo, dove approdano i battelli provenienti da Portofino e San Fruttuoso ma anche le barche dei pescatori. È riparato da un lungo molo, sul quale in molti si siedono a prendere il sole ed osservare il mare. Al di qua, i colori dei palazzi che si specchiano sull’acqua placida dipingono uno spettacolo che non passa inosservato.
Oltre la gru e le nasse sale un pungente odore di fritto: è ciò che resta del pescato del giorno che, in un barcone, è stato infarinato, passato nell’olio bollente e servito in un cono di carta ad una lunga fila di astanti.
Tra il XVII ed il XVIII secolo il porto fu ingrandito, il molo allungato, il fondo scavato. La somma necessaria a far fronte ai lavori fu ricavata dalla tonnarella. Anche altre opere, quali la costruzione del Santuario della Madonna del Boschetto sono state finanziate dai proventi ricavati dalla pesca.
La tonnarella, è un sistema di pesca a reti fisse che guida i pesci verso una camera di raccolta. Qui, di solito, il pescato varia tra palamite, ricciole, qualche pesce spada e pesce luna ma sono capitate anche creature eccezionali, come un pesce rinoceronte lungo sei metri e del peso di millequattrocento chili o una tartaruga liuto gigantesca. Le foto di repertorio ritraggono anche tonni grandi quanto un uomo.
Camogli ha mantenuto nel tempo un rapporto speciale con il mare, dal quale ha avuto grandi doni e spaventose rovine.
È stata la “Città dei mille bianchi velieri”, quando, prima dell’avvento dei battelli a vapore, era una potenza marinara riconosciuta a livello europeo, con una flotta con un armamento doppio rispetto a quella di Amburgo o Genova.
Nei secoli, il mare le ha donato non solo sazietà e profitti ma anche leggende di mostri marini; non solo i velieri dei mercanti ma anche quelli dei pirati; non solo la serena e rinfrescante distesa azzurra ma anche i danni e la paura delle violente mareggiate autunnali, capaci di sollevare furiose onde alte diversi metri che si abbattono contro gli edifici, spazzando via tutto ciò che incontrano.
Da sempre, il sole vi tramonta dentro, oltre il faro, tingendo le facciate dei palazzi di sfumature dorate.
Città Camogli
Provincia Genova
Regione Liguria
Coordinate GPS 44°20′54.23″N 9°09′20.73″E
Come arrivare
In auto: Camogli è sulla Strada Aurelia, Strada Statale 1, a sud di Genova. L’Aurelia è bella e panoramica ma molto trafficata. La via più veloce è l’autostrada E80 con uscita a Recco. Sconsiglio di usare l’auto per andare a Camogli perché è davvero difficile riuscire a trovare un parcheggio disponibile, anche tra quelli a pagamento.
In treno: Stazione ferroviaria di Camogli-S. Fruttuoso.
In battello: Camogli è servita da Golfo Paradiso s.n.c.; informazioni su percorsi, orari e costi sono indicati nel sito https://www.golfoparadiso.it/.
A piedi: un elenco esaustivo dei sentieri da prendere per arrivare da Camogli a San Fruttuoso è indicato nel sito http://www.sanfruttuoso.eu/toc.htm.
Cosa visitare nei dintorni
– Genova
– Recco
– Abbazia di San Fruttuoso
– Santa Margherita Ligure
– Portofino
– RapalloPer saperne di più
È possibile trovare tutte le informazioni relative a Camogli sul sito internet: https://www.camogliturismo.it/.
Camogli è stata insignita della Bandiera Blu; se cerchi altre mete riconosciute a livello internazionale per le loro qualità ambientali ed eco-sostenibilità, potrebbero interessarti anche:
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