A Manduria, il Calvario è un’opera d’arte sacra ed un’importante testimonianza della produzione di ceramica manduriana e laertina dal XV al XIX secolo.
Attraversando il verde di Piazza Vittorio Emanuele II in direzione di Via Maruggio, la curiosità ci guida verso il cancello bianco dall’altra parte della strada rispetto alla Chiesa di San Francesco. Il primo sguardo si smarrisce per la grande quantità di elementi, scintillii e macchie di colore e non sa dove posarsi. La fotocamera è pronta ma ancora non sa bene cosa inquadrare. Un dettaglio alla volta, una storia inizia a prendere forma; potrebbe essere un Presepe il grande panorama che si stende sotto cinque grandi affreschi murari, invece è un Calvario.
C’è un piccolo gruppo di palazzi addossati gli uni agli altri, che si elevano su più piani sorretti da archi; hanno finestre, balconi, porte e sotto il timpano di quello più alto, la scritta con piccoli caratteri neri in stampatello annuncia “GERUSALEMME”. Il tempio ha una facciata classica di colore arancio, decorata da pilastri e rosoni, ed una grande cupola a base circolare. Più a destra c’è il “PALAZZO DI CAIFAS” con la facciata rosa e grandi finestroni rettangolari che si affacciano su eleganti balconi. Oltre, si trova il “PALAZZO DI ERODE DOVE FU CONDANNATO”, con statue e colonnati, addossato al “TEMPIO DI SALOMONE”.
Sotto, un uomo è legato ad una colonna; alcune pecore, come sull’attenti, sembrano a loro volta osservare l’osservatore. Una schiera di angeli veglia il Santo Sepolcro, dove Gesù è disteso nella tomba la cui didascalia recita “CHIUDI IN SENO IL MIO SIGNORE GIA’ MORTO”.
È un’opera complessa, molto articolata, realizzata da Giuseppe Renato Greco nell’arco di una quarantina d’anni. Gliela commissionò Marco Gatti, l’allora arciprete della Collegiata, che voleva abbellire il Calvario realizzato da cinque sacerdoti liguorini giunti a Manduria durante la Quaresima del 1839. Questi avevano ammonticchiato delle pietre cosparse di terra a formare il Golgota e vi avevano issato cinque croci, una per ciascuno di loro, in ricordo della loro predicazione sul Vangelo e la Redenzione. Avevano così creato un luogo simbolico presso il quale i fedeli potevano incontrarsi e pregare come era stato insegnato loro.
Il messaggio era importante ma la realizzazione fin troppo scarna.
Giuseppe Renato Greco ridisegnò il Calvario con fede e passione, mettendo in campo la sua creatività e manualità per dare corpo ad un messaggio che doveva essere diretto e facilmente comprensibile a tutti.
Bussò di casa in casa, di bottega in bottega, raccogliendo vecchie stoviglie, vasellame, cocci rotti, vetri e specchi dei quali le persone volevano liberarsi o che desideravano offrire per la realizzazione del loro nuovo monte sacro che raffigurasse la Passione di Gesù. Infine, raccolse conchiglie e ciottoli levigati, come doni della natura per la sua opera d’arte povera. Li utilizzò insieme ai frammenti di ceramiche, maioliche, porcellane e cristalli per dare colori, nuove forme e lucentezze. Manici di tazzine affiorano tra le decorazioni di vecchi piatti e vasi rotti e statuette: il Greco non poteva sapere che, a distanza di quasi due secoli, sarebbero stati visti non solo come tessere di un grande mosaico sacro e popolare ma anche come un’importante testimonianza della produzione di ceramica di Manduria e Laterza.
Possiamo riconoscere la ceramica graffita manduriana del Cinquecento dai colori verde e marroncino su fondo giallo; quella laertina del Seicento dal turchese.
Adesso che abbiamo imparato che cosa e come guardare, diversi punti di osservazione regalano nuovi dettagli e prospettive. Lasciamo che il Calvario di Manduria ci racconti la sua storia; la mia fotocamera ha fame di nuove inquadrature.
Città Manduria
Provincia Taranto
Regione Puglia
Coordinate GPS 40°24′10″N 17°38′03″E
Come arrivare
In auto: da Taranto. seguire la Strada Statale 7ter/SS7ter in direzione sud-est per una quarantina di chilometri, fino a destinazione. Il Calvario di Manduria si trova in Piazza Vittorio Emanuele II, angolo Via Maruggio.
In treno: A Manduria non è presente una stazione Ferrovie dello Stato. Lo scalo FS più vicino sono Francavilla Fontana e Lecce, da lì è possibile prendere un treno Ferrovie del Sud Est per Manduria. .
Cosa visitare nei dintorni
– Taranto, con il suo castello aragonese
– Lecce
– Nardò
Per saperne di più
È possibile trovare tutte le informazioni relative al Calvario di Manduria sul sito internet: https://www.puglia.com/calvario-di-manduria/
Se apprezzi gli effetti dell’uso sapiente di ceramica e specchi, non perderti :
– Il Giardino dei Tarocchi di Capalbio (GR)
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