A Scilla, in piazza San Rocco, la scultura in bronzo di Francesco Triglia rappresenta la metamorfosi della bella ninfa che dà il nome al borgo in un mostro mitologico e primordiale. La potenza espressiva dell’opera d’arte tocca corde molto intime, lasciando un senso di affascinata inquietudine.
È straziante il momento della metamorfosi, con il corpo teso in uno spasmo doloroso quanto inatteso. Ecco il ventre virgineo che si squarcia, lasciando uscire lunghe propaggini, simili a tentacoli, alla cui estremità c’è una testa canina dall’aspetto feroce con tre file di denti aguzzi. La schiena si inarca e le gambe tornite si uniscono formando una lunga coda muscolosa, simile a quella di un delfino. Il viso è contratto in un urlo muto di dolore. La fanciulla, colpevole solo di essere talmente bella da far innamorare di sé uomini e dèi al primo sguardo, è ora trasformata in una creatura mostruosa.
Una scultura di bronzo del reggino Francesco Triglia ha immortalato un istante della drammatica trasformazione in corso. Nella dinamicità delle linee si legge tutta la tensione del cambiamento. Il 26 luglio 2013 fu alzato il telo dall’opera d’arte, mostrandola alla cittadinanza di Scilla che l’ha ricevuta in dono dalla famiglia di Giovanni Capua, noto imprenditore reggino prematuramente scomparso. Da allora la statua è nella parte alta bel borgo, in piazza San Rocco, proprio sopra la rosa dei venti, posta in quella “ubicazione provvisoria” e priva di piedistallo. Volge le spalle al promontorio Scilleo dove, secondo il mito, la celebre ninfa trovò rifugio dopo la trasformazione, scegliendo una grotta lungo la scogliera per farne la sua tana. Da lì restava in agguato, pronta a rapire i marinai ed afferrare i naufraghi travolti dalle violente correnti create da Cariddi, il mostro che dimorava in un antro dall’altra parte dello Stretto di Messina.
Di lei narrano Omero nell’Odissea, Ovidio nelle Metamorfosi e Virgilio nell’Eneide. In particolare Ovidio racconta che Scilla aveva “un ventre nero circondato di cani feroci, ma viso di fanciulla e, se non sono tutte invenzioni le cose che ci tramandano i poeti, un giorno fu davvero una fanciulla. Molti la chiesero in moglie, ma non c’era chi lei non respingesse e, carissima alle ninfe del mare, andava da loro a narrare come eludere le profferte dei giovani innamorati.”
Fu Circe a trasformarla, avvelenando con una pozione la caletta in cui la fanciulla era solita fare il bagno; la maga era mossa da quella gelosia che diventa odio e da quell’orgoglio ferito che presto è desiderio di vendetta, perché il bel Glauco, di cui ella era invaghita, le aveva preferito la ninfa che pure lo respingeva. È una storia di amori infelici, non corrisposti, che sfocia in tragedia. È la storia di una vittima che, a seguito di una terribile ingiustizia subita, diventa a sua volta carnefice: un mostro che terrorizza e dilania marinai innocenti. È la metamorfosi di una fanciulla bellissima che all’improvviso ed in modo inatteso diventa un mostro orribile, al punto che ella, vedendo il suo riflesso nel mare, corre a nascondersi tra gli scogli. È la genesi di un mostro che cede al desiderio di vendetta, una sfida al cielo popolato da divinità a volte pietose ma troppo spesso crudeli o indifferenti. Nel vortice della trasformazione la schiena di Scilla si inarca e le braccia si tendono verso l’alto mentre dal ventre escono i lunghi colli con le teste canine e le bocche fameliche e pericolose: sono il simbolo di qualcosa di primordiale e selvaggio, finalmente libero di esprimersi, che lo fa con furia inaudita. È un mito senza tempo, incarnato dalla scultura di bronzo che porta alla luce quell’intima inquietudine legata alla scoperta della parte oscura di ciascuno di noi.
Città Scilla
Provincia Reggio Calabria
Regione Calabria
Coordinate GPS 38°15′N 15°43′E
Come arrivare
In auto: Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, uscita di Scilla. La statua si trova in piazza San Rocco, nella parte alta del borgo. Arrivati a Scilla seguire la Via Nazionale fino alla Rocca, poi prendere la strada che sale a gomito e arriva alla piazza, che si riconosce dalla presenza di una piccola fontana che fa da rotonda, alle cui spalle ci sono il comune e la chiesa di San Rocco. La statua si trova nella zona pedonale che si affaccia sul belvedere, in prossimità degli ascensori.
In treno: Stazione Ferroviaria di Scilla.
Per saperne di più
È possibile trovare molte informazioni sulle opere di Francesco Triglia sul sito internet: http://www.ntacalabria.it/reggio-calabria/oltre-il-mito-sculture-e-disegni-di-francesco-triglia-al-castello-ruffo-di-scilla.html.
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