Adagiato tra i Colli Euganei, Arquà cambiò il proprio nome in onore del poeta che lo scelse per trascorrervi gli ultimi anni di vita e che tanta fama gli ha portato nei secoli a livello internazionale: costante meta di un “pellegrinaggio letterario”, il borgo ha saputo mantenere intatta la sua struttura trecentesca ed il suo meraviglioso paesaggio, che contribuiscono a donargli una serena atmosfera senza tempo.
Penso sia impossibile pensare ad Arquà Petrarca senza visualizzare mentalmente anche i Colli Euganei, quello splendido scenario naturale, dai mille colori e sfumature, che dona panorami sempre nuovi con il mutare della luce e delle stagioni. Guido Piovene, in “Viaggio in Italia”, scrive che “quando vi fumano le nebbie assomigliano a vulcani attivi. Ma si aggiunge, e vi predomina, la dolcezza della regione”. Ugo Foscolo, nelle “Ultime lettere di Jacopo Ortis”, racconta dei pioppi che stavano “ombreggiando la costa orientale di un folto boschetto che sarà il primo salutato dal Sole quando splendidamente comparirà dalle Cime de’ monti”. Un antico documento conservato nel Museo Civico di Padova testimonia che “Vasti boschi di castagni, noci, faggi, frassini, roveri coprivano i pendii di Arquà, ma erano soprattutto la vite, l’olivo e il mandorlo che contribuivano a creare il suggestivo e tipico paesaggio arquatense”. Gabriele d’Annunzio, nel romanzo “Il fuoco” evoca appassionate e leggere suggestioni: “Guardate laggiù i Colli Euganei, Foscarina. Se il vento si leva, andranno vagando per l’aria come veli, ci passeranno sul capo. Non li ho mai veduti così trasparenti… Un giorno vorrei andare con voi ad Arquà. I villaggi sono rosei laggiù come le conchiglie che si trovano nella terra a miriadi. Quando arriveremo, le prime gocce d’una pioggerella improvvisa toglieranno qualche petalo ai fiori dei peschi. Ci fermeremo sotto un arco del Palladio, per non bagnarci. Poi cercheremo la fontana del Petrarca, senza domandare a nessuno la via”.
Tanti nomi illustri hanno raccontato altrettante impressioni, sfaccettature, aneddoti, storie su questo piccolo e antico borgo trecentesco, immerso nel verde della natura, in un profondo senso di pace; tutti sono stati conquistati dal paesaggio, dall’atmosfera e da quell’aura mitica data dal fatto che il Petrarca scelse Arquà come luogo per passare serenamente gli ultimi anni della sua vita ed ancor di più perché il poeta lo elesse come sua “seconda Elicona”, un luogo dove sgorgava una fonte sacra alle Muse, che avrebbe dato ispirazione a chiunque se ne fosse dissetato.
“Penso che da lì non vorresti più andartene”.
Se questa era la pubblicità che Petrarca faceva ad Arquà, non c’è da stupirsi se questo borgo nel tempo sia stato meta di un vero e proprio “pellegrinaggio letterario” da parte di scrittori e poeti provenienti da tutta Europa. Vittorio Alfieri, Mary Shelley accompagnata dal marito, Lord Byron, Ugo Foscolo, Gabriele D’Annunzio e tanti altri si sono incamminati con gli occhi pieni di emozione passando tra piante di giuggiole ed ulivi, mentre “gli alberi sussurrando soavemente, faceano tremolare contro la luce le gocce trasparenti della rugiada”. Sicuramente hanno visto l’antico lavatoio di pietra ed hanno bevuto alla fontana dove Petrarca era solito dissetarsi. Alzando lo sguardo hanno ammirato l’eleganza del quattrocentesco Palazzo Contarini e, proseguendo la salita, hanno incontrato l’antica chiesa parrocchiale romanica di Santa Maria Assunta, sul sagrato della quale, in marmo rosso di Verona, troneggia l’urna che custodisce le ossa del Petrarca, costruita sul modello della tomba di Antenore a Padova. Il sagrato è una splendida terrazza panoramica, che d’estate si presta come palcoscenico per manifestazioni culturali. Salendo ancora si incontra un affresco sbiadito del 1320 che indica l’ospitale dedicato alla Madonna, aperto per dare rifugio ed assistenza e mendicanti e pellegrini; poco più in alto, oltre ristorantini e negozi di prodotti gastronomici tipici, antichi palazzi veneziani e padovani, disposti a schiera, si mostrano nella loro semplice bellezza di pietra chiara, tetti ricoperti da coppi in cotto, e giardini ed orticelli. Ancora più in là si incontra la statua d’angolo che indica il “Cammino di Sant’Antonio”, anticamente percorso dai pellegrini che volevano arrivare alla Basilica di Sant’Antonio di Padova, oggi anche sentiero ben segnalato per gli amanti del trekking. Proseguendo la salita arriviamo alla parte alta del borgo, che un tempo era dominato da un possente castello carolingio, una valente fortificazione lungo la linea di confine longobarda, del quale ormai è rimasto solo il ricordo: “via Castello” porta a Monte Castello, una collina verdissima dove oggi è ospitato il Monumento ai Caduti delle Grandi Guerre. Nella centralissima “Piazzetta San Marco”, la piazza principale del borgo, si distingue la trecentesca “Loggia dei Vicari” per le sue ampie arcate: era il palazzo del potere, dove svolgevano i loro compiti i funzionari nominati dalle più importanti famiglie di Padova prima e di Venezia poi, per amministrare saggiamente il territorio. Lungo le pareti della loggia sono ancora visibili gli stemmi di alcune famiglie vicariali, mentre il tetto a quattro capriate, restaurato nel 2003, è dotato di una copertura di rame e vetro, capaci di donare suggestivi giochi di luce. Poco oltre, l’oratorio della Santissima Trinità merita uno sguardo non solo perché Petrarca vi si ritirava in preghiera. L’antica casa dei vicari è diventata un bar dove ristorarsi guardandosi attorno: si noterà subito l’indicazione che segnala la casa di Petrarca; egli stesso seguì i lavori di ristrutturazione e lì morì nella notte del 19 luglio 1347. Immersa nel verde, circondata dagli orti che lui stesso curava, questa casa diventò un museo alla sua memoria già nel Rinascimento per volontà dell’allora proprietario Paolo Valdezocco: fece aggiungere la loggetta e la scala esterna per accedere al primo piano e fece dipingere un ciclo di affreschi che rappresenta la vita e le opere del poeta. Ancora oggi la casa è visitabile; Ugo Foscolo fa raccontare a Jacopo Ortis che “Sei o sette giorni addietro s’ è ito in pellegrinaggio. Io ho veduto la natura più bella che mai. Teresa, suo padre, Odoardo, la piccola Isabellina ed io siamo andati a visitare la casa del Petrarca in Arquà. Arquà è discosto, come tu sai, quattro miglia dalla mia casa; ma per più accorciare il cammino prendemmo la via dell’ erta”. Come noi, ogni anno migliaia di visitatori più o meno illustri vengono fin qui, chi con curiosità, chi con venerazione, chi per cogliere un’eco di un mondo lontano. Dopo una vita passata a viaggiare per l’Europa, un po’ per piacere e un po’ caricato degli onori e delle responsabilità di missioni diplomatiche e di rappresentanza, Francesco Petrarca decise di fermarsi qui e per quattro anni visse tra queste mura, dedicandosi alle sue occupazioni con impegno e serenità.
“Per non allontanarmi troppo dalla mia chiesa, qui fra i colli Euganei, a non più di dieci miglia da Padova, mi sono costruito una casa piccola ma deliziosa, cinta da un oliveto e da una vigna, che danno quanto basta ad una famiglia numerosa, ma modesta. E qui, benché ammalato, vivo pienamente tranquillo, lontano da ogni confusione, ansia e preoccupazione, passando il mio tempo a leggere e a scrivere”.
Città Arquà Petrarca
Provincia Padova
Regione Veneto
Coordinate GPS 45°16′N 11°43′E
Come arrivare
In auto: Arquà Petrarca dista da Padova una ventina di chilometri ed è raggiungibile percorrendo la SS 16 in direzione sud. Si supera il centro di Battaglia Terme e si gira a destra al semaforo attraversando il ponte e proseguendo sulla SP 16. Seguendo le indicazioni si arriva facilmente al parcheggio allestito all’entrata del borgo.
In treno: Ad Arquà Petrarca non c’è la stazione ferroviaria che invece si trova a Terme Euganee-Abano-Montegrotto o a Monselice, entrambe sulla linea ferroviaria Bologna-Venezia, ed entrambe collegate ad Arquà da un servizio autobus offerto dalla SITA. Per maggiori informazioni su orari e prezzi è possibile consultare il sito internet http://ro.autobus.it/ro/asp/RicercaOrari.asp?User=SITA.
In autobus: Arquà Petrarca è servita dalla SITA. Per maggiori informazioni su orari e prezzi è possibile consultare il sito internet http://ro.autobus.it/ro/asp/RicercaOrari.asp?User=SITA.
Cosa visitare nei dintorni
– Il giardino di Villa Barbarigo a Valsanzibio
– MonselicePer saperne di più
È possibile trovare molte informazioni utili su Arquà Petrarca sul sito internet: https://www.arquapetrarca.com/.
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