La chiamano “la città che muore” ma il suo fascino richiama un flusso crescente di turisti che sta facendo rivivere il borgo con l’apertura di negozietti, piccole strutture ricettive e ristorantini. In questo modo, il borgo viterbese, un tempo abbandonato, si sta ripopolando un po’ alla volta.
La si vede emergere sopra uno sperone roccioso e, quando scende la nebbia o le nuvole si ammassano basse, sembra sospesa nel nulla. Se non ci fosse il lungo ponte pedonale che la collega al resto del mondo, sembrerebbe irraggiungibile. È isolata, senza tempo e silenziosa. La chiamano “la città che muore”.
Civita di Bagnoregio è piccola quanto antica: ha origini etrusche e l’aspetto medievale. Il primo sguardo è già un colpo di fulmine per la sua bellezza scenografica: il campanile romanico svetta sulle case squadrate del colore rossiccio del tufo. Il borgo poggia su uno strato di argilla friabile biancastra, parzialmente ricoperto dal verde della vegetazione. Ai fianchi ci sono canyon profondi, scavati dall’azione erosiva dei torrenti Chiaro e Torbido, da quella degli agenti atmosferici e dai disboscamenti voluti per favorire lo sfruttamento agricolo. Profondi calanchi si allungando ramificandosi per chilometri, creando suggestivi giochi di linee e sfumature.
Restiamo a contemplarla dal belvedere di San Francesco Vecchio a Bagnoregio, uno sperone di roccia sul quale si affaccia la grotta che era stata un’antica tomba a camera etrusca e nella quale il Santo di Assisi soggiornò per alcuni giorni ed operò il miracolo della guarigione, salvando dalla morte un bambino di nome Giovanni di Fidanza. Questi, crescendo, scelse il nome di Bonaventura e prese i voti nel convento francescano che qui sorgeva nel XIII secolo: voleva seguire le orme del suo maestro e guaritore, del quale scrisse la vita.
La “Grotta di San Bonaventura” è tuttora uno dei luoghi più venerati di Bagnoregio ma il convento francescano non esiste più: fu distrutto dal terremoto del 1695 che fece franare le zone del centro abitato più a valle, separando Civita da Bagnoregio, che prima erano state un’ unica città.
Adesso sono collegate da un ponte pedonale dall’andamento sinuoso, poggiato su pilastri che sembrano arrampicarsi lentamente fino alla porta della città. È lungo trecento metri, costruito in cemento armato nel 1965; il suo predecessore crollò poco prima dell’inaugurazione a causa degli smottamenti e quello prima ancora era in muratura e fu fatto saltare nel 1944, durante la seconda guerra mondiale.
Lo vediamo più volte nelle scene del film “Contestazione Generale” di Luigi Zampa, del 1970; lo percorreva in motoretta Alberto Sordi, nei panni di Don Giuseppe Montanari, il parroco di Civita.
Seguendone il percorso, passiamo sotto la Porta Santa Maria, o Porta Cava, che fu scavata nel tufo dagli Etruschi e più volte rimaneggiata nel corso dei secoli. Ha un arco a tutto sesto e ai suoi lati si trovano due bassorilievi con un leone che tiene una testa umana tra gli artigli. Sulle pareti sono incise delle croci su triangoli, probabilmente lasciate dai pellegrini di ritorno dalla Terra Santa o dai Templari.
Proseguendo oltre, bastano pochi passi per raggiungere il cuore della città. Ci lasciamo rapire, conquistati dall’atmosfera senza tempo e dagli scorci suggestivi tra palazzi rinascimentali, balconi fioriti, muri di tufo colorati dall’edera e scalinate medievali dove gatti pigri sonnecchiano al sole.
Tra queste stradine selciate riconosciamo il paese di Geppetto in “Pinocchio”, la miniserie di due puntate diretta da Alberto Sironi nel 2009.
Ecco il vicolo nel quale Carlo Lorenzini, interpretato da Alessandro Gassman, entra nella bottega di un falegname per far riparare lo scrittoio traballante dal quale scrive storie per bambini. Nello stesso vicolo, imbiancato di neve, vediamo rotolare il coccio di legno dal quale prenderà forma il burattino senza fili più famoso del mondo.
Il lungo sedile di pietra dal quale Pinocchio ruba le borse della spesa su richiesta del Gatto e della Volpe è quello del Palazzo Vescovile; la piazza nella quale è allestito il Teatro dei Burattini è quella centrale, dove il selciato lascia posto al ghiaino e la chiesa di San Donato spicca per la sua facciata rosa in stile rinascimentale. È qui che Alberto Sordi, impersonando Don Montanari, predica il suo sermone, denunciando le difficoltà che deve affrontare come Parroco di una comunità che nel corso di vent’anni è andata via via spopolandosi.
All’interno la chiesa è a tre navate e custodisce un affresco della scuola del Perugino e il crocifisso ligneo quattrocentesco della scuola di Donatello che il venerdì santo viene adagiato su una lettiga e trasportato in processione per le vie di Civita e di Bagnoregio. La tradizione vuole che il crocifisso sia riportato al suo posto entro lo scoccare della mezzanotte, altrimenti Bagnoregio potrebbe reclamarne il possesso di diritto.
Poche centinaia di metri ed ecco la bottega di Mastro Ciliegia, ambientata nel museo di storia contadina “Antica Civitas”, allestito all’interno di una grotta sotterranea scavata dagli Etruschi, nella quale una famiglia contadina ricavò un alloggio negli anni trenta del XX secolo. La camera da letto fu ricavata da una nicchia; c’è un ambiente per la conservazione del cibo, con antichi orci e botti, una bilancia, delle vanghe ed altri attrezzi da lavoro. Alcune scalette scendono in un vano con un grande torchio per la spremitura dell’uva e delle olive ed un affaccio che risulta essere uno dei migliori punti panoramici sulla “Valle dei Calanchi”. Da qui possiamo ammirare il panorama circostante, profondo e selvaggio, mutare alla luce del sole; verso il tramonto, quando le ombre si dissolvono in sfumature rosate, pare trasformarsi in un paesaggio lunare.
Città Civita di Bagnoregio
Provincia Viterbo
Regione Lazio
Coordinate GPS 42°37′48″N 12°05′21″E
Come arrivare
In auto: da nord. seguire l’Autostrada A1 in direzione di Roma e uscire ad Orvieto. All’uscita del casello girare a sinistra e seguire le indicazioni per Civita di Bagnoregio. In alternativa, per chi percorre la SS2 Cassia, all’altezza di Montefiascone prendere la SS71 Umbro-Casentinese. Dopo circa 14 chilometri girare a destra per Bagnoregio, dove è possibile parcheggiare al piazzale del Belvedere (prima di Civita) oppure all’ingresso di Bagnoregio in piazza Battaglini (entrambi a pagamento). Da piazza Battaglini parte una navetta che porta fino al Belvedere. Non è possibile entrare a Civita in auto, perché per accedervi è necessario percorrere il ponte pedonale che la collega a Bagnoregio. Dal 2013 l’accesso a Civita è a pagamento; per informazioni si può consultare il sito internet della biglietteria: http://www.promotuscia.it/visitare-civita-di-bagnoregio-biglietto/.
In treno: Le stazioni ferroviarie dove si può fare scalo per Bagnoregio sono due: Viterbo ed Orvieto, da dove si possono prendere gli autobus delle linee COTRAL per raggiungere Bagnoregio. Per informazioni su costi e orari si può consultare il sito: http://www.cotralspa.it/
Cosa visitare nei dintorni
– Orvieto e il Pozzo di San Patrizio (TR)
– Viterbo (VT)
– Il borgo fantasma di Celleno (VT)Per saperne di più
È possibile trovare molte informazioni utili su Civita di Bagnoregio sul sito internet: https://www.civita-di-bagnoregio.info/.
Civita di Bagnoregio appare nelle scene d’apertura del film “Il medico e lo stregone” del 1957, con Marcello Mastroianni, Vittorio De Sica, Alberto Sordi e Marisa Merlini, diretto da Mario Monicelli. Nel film, Pinetta è un paesino sperduto tra le montagne, nel quale arriva un medico condotto per somministrare alla popolazione il vaccino antitifico. La sua missione sarà ostacolata dall’ignoranza e dalla superstizione della gente, che preferisce rivolgersi a Don Antonio, un “guaritore”.
Civita è anche la parrocchia di Don Giuseppe Montanari, interpretato da Alberto Sordi, nel film “Contestazione Generale” del 1970, diretto da Luigi Zampa. Molte scene sono girate nei vicoli della città e sul ponte che la collega a Bagnoregio.
Civita è anche il paese di Geppetto nella miniserie di due puntate “Pinocchio”, diretta da Alberto Sironi nel 2009.
Se vuoi riscoprire le location dei film che hai visto al cinema o in tv, potrebbero interessarti anche gli articoli raccolti nella sezione:
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– https://www.travel-experience.it/category/club-borghi-piu-belli/
Il 15 novembre 2013 le poste italiane hanno celebrato il venticinquesimo anniversario dell’associazione Civita con un francobollo del valore facciale di 0,70 € che rappresenta il logo dell’associazione ed il panorama del borgo di Civita di Bagnoregio.
Se cerchi i luoghi italiani celebrati dalla filatelia italiana, ne troverai molti nella sezione dedicata:
– https://www.travel-experience.it/category/i-luoghi-della-filatelia/
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