Dalle lacrime dell’imperatore al processo ai topi: Glorenza, situata nella parte nord-occidentale della provincia di Bolzano, sembra uscita da una fiaba e l’atmosfera e l’architettura tardo medievale confermano questa sensazione.
Era il 22 maggio 1499 e le truppe elvetiche combattevano contro quelle asburgiche per il controllo del territorio alpino in quella che fu chiamata la guerra sveva. Quel giorno fu combattuta la sanguinosa battaglia di Calven all’imbocco della Val Monastero, tra Tubre e Glorenza, in alta Val Venosta. Quel giorno morirono circa settemila soldati tra svevi, tirolesi, italiani e svizzeri e furono bruciati e saccheggiati undici paesi della valle, tra cui Malles e Silandro. La città di Glorenza fu rasa al suolo e data alle fiamme. Quando i rinforzi austriaci arrivarono, videro dalla collina di Tarces i segni della devastazione. Secondo le cronache del tempo l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo a quella vista si mise a piangere. Fu da quelle lacrime che risorse Glorenza, come una Venere dalla conchiglia. Fu fatta costruire dove era e come era, anzi più bella di prima, impreziosita dalle mura difensive, il cui progetto fu affidato all’architetto militare Jörg Kölderer.Il cammino di ronda con trecentocinquanta feritoie, sette torri con le cuspidi e tre porte d’accesso fu completato nel 1580, sotto il regno di Ferdinando I d’Asburgo. La cinta muraria è arrivata perfettamente conservata fino ai nostri giorni e racchiude, come fosse uno scrigno, l’intera città di Glorenza, una città talmente piccola che esiste il detto: “La nostra città è talmente piccola che dobbiamo andare a messa fuori dalle mura”. La città è pittoresca, dalla struttura medievale, con un piccolo centro di portici dai muri spessi e dagli intonaci di un delicato color pastello, impreziosito dalle dimore nobiliari arricchite dai tipici erker e decorate con affreschi. I balconi colorati da fioriere ben curate e il campanile della chiesa fatto a bulbo richiamano lo stile tirolese. La piazza del mercato con la bella fontana è ancora il cuore della città e qui si svolgono le principali manifestazioni come il mercato di San Bartoloneo ad agosto e il Sealamorkt (mercato delle anime) il 2 novembre. Durante queste manifestazioni il centro si anima di banchetti in cui sono venduti i prodotti tipici artigianali al suono di musiche e danze folkloristiche. Durante il medioevo al mercato si vendeva anche il bestiame e le pecore erano utilizzate anche come moneta di scambio; ora i bovini non ci sono più, ma solo qualche pecora e capretta, che girano libere per la città. Il diritto di avere il mercato è uno dei privilegi che la piccola Glorenza acquisì assieme al titolo di “città” dal principe del Tirolo Mainardo II e fu proprio grazie al commercio che la piccola Glorenza prosperò a lungo. Sorge infatti sull’antica via Claudia Augusta e potè approfittare della sua posizione per commerciare con la vicina Svizzera il salgemma proveniente dalle miniere di sale di Hall (vicino a Salisburgo).
Un evento che testimonia la crescente importanza di Glorenza è il trasferimento entro le mura cittadine, per volere del conte Alberto III di Tirolo, del tribunale civile che precedentemente si trovava a Malles.
Tra i processi che vi si tennero ce n’è uno che sembra uscito da una fiaba ma che è un fatto storico realmente accaduto e documentato: il processo ai topi.
Era il 21 ottobre 1519 quando Simone Fliess di Stelvio si presentò in rappresentanza dei suoi poverissimi compaesani e querelò i topi, colpevoli di arrecare “evidenti danni ingenti alla campagna” e contro i quali non si sapeva più cosa fare. Già c’era poco da mangiare ed ora si aggiungevano anche queste bestie che distruggevano il raccolto “non permettendo nemmeno di poter versare i tributi per Glorenza”. L’accusa era quindi di furto di quanto dovuto al signore feudale e qualora i topi fossero risultati colpevoli, avrebbero dovuto essere puniti al posto dei contadini (che erano insolventi a causa della grande povertà). L’accusa era molto grave e si tenne un processo regolare. Il Giudice era Wijhlelm Hasslinger, l’avvocato dell’accusa in rappresentanza della città di Stelvio era Minig Schwarz e fu invitato anche Hans Grienenber, un avvocato di Glorenza in veste di difensore dei topi. Il 26 ottobre 1519 ci fu la prima udienza e a questa ne seguirono altre per ben sei mesi, fino alla lettura della sentenza che si tenne il 2 maggio 1520. I topi furono riconosciuti colpevoli del furto dei cereali e dei raccolti con cui avrebbero dovuto essere pagati i tributi, ma a loro furono riconosciute delle attenuanti perché mangiando le larve ed altri insetti e concimando la terra avevano reso dei servizi alla comunità. I topi furono quindi condannati all’esilio e per permettere loro di andarsene fu costruito un ponte sull’Adige. Fu inoltre riconosciuto loro un salvacondotto di quattordici giorni, per poter raggiungere un nuovo domicilio portando con sé figli ancora piccoli, topi ammalati e femmine gravide senza incontrare per strada cani, gatti o altri nemici (che furono tenuti rinchiusi per tutto il periodo stabilito). La sentenza fu inserita nella raccolta ufficiale e provvista di regolare sigillo.
Non sappiamo se gli abitanti di Stelvio comunicarono la sentenza ai topi, né se li convinsero ad andarsene; si narra che nella lontana Hamelin fu necessario chiamare un pifferaio magico…
Città Glorenza
Provincia Bolzano
Regione Trentino-Alto Adige
Coordinate GPS 46°40′N 10°33′E
Come arrivare
In auto: da Merano. Si segue la SS38, la Strada Statale dello Stelvio, lungo la Valle dell’Adige, fino al bivio per Sluderno, da qui si segue per Glorenza in direzione Tubre.
In treno: da Merano. Ferrovia della Val Venosta in direzione Malles, la stazione più vicina è quella di Sluderno e da lì si può raggiungere Glorenza a piedi (mezz’ora di cammino) o con un autobus, la linea 274
Cosa visitare nei dintorni
– Curon Venosta (BZ), con il campanile che esce dal lago di Resia.
– La passeggiata intorno al lago di Resia.
– Castel Coira a Sluderno (BZ)
– Il castello di Castelbello (BZ).Per saperne di più
È possibile trovare molte informazioni utili su Glorenza sul sito internet: http://www.glorenza.org/.
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