A Palermo, la fontana Pretoria è monumentale, cinquecentesca e bellissima. Le sue numerose statue raccontano storie che si perdono tra leggende e mitologia.
Anno 1993. Con pinzette e lente d’ingrandimento osservavo i dettagli di un francobollo appartenente ad una serie filatelica stampata vent’anni prima e dedicata alle fontane italiane. La fontana Pretoria di Palermo era lì, tra quella romana di Trevi e quella napoletana dell’Immaccolata. Era eccitante poter passare da una città all’altra con un solo sguardo ed immaginare di poter entrare dentro un francobollo per vivere un’avventura.
Oltre vent’anni dopo, eccomi a Palermo, ai Quattro Canti, fotocamera alla mano ed occhi puntati ovunque. Svolto in via Maqueda e, sulla sinistra, oltre una manciata di gradini, si apre una bella piazza spaziosa e scenografica; la fontana Pretoria è proprio lì in mezzo, maestosa, protetta da un’elegante inferriata. I cancelli sono aperti, un invito irresistibile ad entrare.
Già a vederla da lontano, la fontana Pretoria sembra bellissima ed elaborata, con la base circolare, i tre ordini scanditi da scalinate e balaustre poste a distanze regolari e le numerose statue. Girarle intorno non basta a coglierne tutti i particolari.
Ci sono quattro aperture, ciascuna in corrispondenza di una scalinata e ciascuna presidiata ai lati da una coppia di guardiani a mezzo busto.
Basta superare tre bassi scalini per iniziare a vivere un’avventura emozionante.
Ci sono dèi ed eroi della mitologia greca e allegorie di fiumi mollemente adagiate tra nereidi e tritoni, che forse ispirarono il Bernini per la sua Fontana dei Quattro Fiumi di Piazza Navona a Roma.
Riconosco Ercole dalla pelle di leone annodata alle spalle come fosse un maglioncino e l’Idra ai suoi piedi; Orfeo ha una lira con la quale ammansisce Cerbero. Cerere ha una cornucopia traboccante frutta. Bacco tiene in mano un grosso grappolo d’uva ed ha ai piedi una maschera da teatro. Non può mancare Venere, con la veste drappeggiata aderente al corpo perfetto. Ce ne sono tanti altri.
I fiumi avrebbero dovuto rappresentare il Nilo ed i suoi affluenti ma furono dedicati ai quattro corsi d’acqua principali di Palermo.
Alle loro spalle, al di là di una vasca circolare che corre intorno al secondo ordine, da nicchie di pietra spuntano le teste di animali veri o mitologici che zampillano acqua dal naso o dalla bocca. Insieme ad un unicorno ed un grifone, ci sono un cinghiale ed un cammello, un cane, un toro ed un cavallo. L’elefante ha zanne tozze e la proboscide attorcigliata. Ci sono anche un leone, un cervo ed un orso; ventiquattro animali che si lasciano ammirare e destano stupore: sembra di essere in uno “zoo cinquecentesco” o nell’Arca di Noè.
Come ponti che attraversano un canale, le quattro scalinate portano all’ordine superiore dove c’è una grande vasca dalla quale emergono due mostri marini, che, aiutati da quattro tartarughe, ne sorreggono una più piccola. Quattro cavalli marini sostengono uno scudo dal quale si erge una struttura alta dodici metri che porta il Genio di Palermo. Ogni sguardo rivela un dettaglio con una propria storia e simbologia.
Non stupisce che il Vasari la definì “fonte stupendissima che non ha pari in Fiorenza, né forse in Italia”
Il riferimento a Firenze introduce una storia davvero rocambolesca, iniziata nel 1554. La fontana Pretoria avrebbe dovuto essere il dono grandioso che Don Pedro Alvarez de Toledo avrebbe voluto fare alla bella figlia Eleonora, andata in sposa a Cosimo I de’ Medici, all’epoca Duca di Firenze. Don Pedro morì prima della fine dei lavori e l’erede e figlio Luis decise di venderla, facendosi aiutare dal fratello Garcia, che era stato Viceré in Sicilia. Questi usò la sua influenza per farla acquistare dal Senato Palermitano per abbellire la piazza antistante il Palazzo Pretorio. Costò trentamila scudi, una spesa scandalosamente alta, considerato il periodo nefasto: le scorrerie dei pirati barbareschi, la carestia del 1560, le gravi epidemie di peste, le spese di guerra ed una gestione non oculata avevano svuotato le casse di Palermo, provocando malumori sfociati in sommosse popolari e congiure di corte. Nonostante ciò la compravendita andò in porto nel gennaio del 1573. Non essendoci una piazza sufficientemente grande per contenere la fontana, si decise di abbattere tutte le case comprese tra la chiesa di Santa Caterina ed il Convento di San Giuseppe.
La fontana fu smontata in seicentoquarantaquattro pezzi, imballati in casse di legno e spediti via terra e via mare. A Palermo fu ricomposta come un grande puzzle, sotto la supervisione di Camillo Camilliani, figlio di Francesco, il suo creatore. Camillo fu pagato uno scudo al giorno, per dieci anni, fino al termine dei lavori.
Che sia stato a causa del trasporto lungo strade dissestate e mari agitati o della malafede di qualcuno, alla fine si scoprirono alcuni pezzi rotti ed altri mancanti e furono necessarie altre spese per sistemare le cose. A queste, si aggiunsero i costi di manutenzione.
Forse fu l’enormità dell’esborso agli occhi della povera gente o forse furono le nudità che tanto turbarono le suorine ed i palermitani dell’epoca: presto fu chiamata “fontana delle vergogne”.
Si narra perfino che Don Carlo D’Avalos, comandante della cavalleria, si invaghì di una delle statue femminili al punto da farla rapire per portarla nel proprio letto. La restituì qualche giorno dopo, “senza danno alcuno”.
Molte altre storie e leggende ammantano la fontana Pretoria ma l’energico zampillo dell’acqua ci riporta al presente ed agli scorci e ai tanti particolari da ammirare.
Città Palermo, Piazza del Pretorio
Provincia Palermo
Regione Sicilia
Coordinate GPS 38°06′56″N 13°21′43″E
Come arrivare
A piedi: la fontana Pretoria di Palermo si trova in Piazza del Pretorio, 90134 Palermo PA. Da Piazza Indipendenza seguire Via Vittorio Emanuele fino ai Quattro Canti e girare a destra in via Maqueda: la fontana Pretoria si trova a sinistra, sulla piazza oltre i gradini.
In treno: La stazione ferroviaria di Palermo; da qui è possible proseguire con l’autobus o la metropolitana.
In autobus: Dalla Stazione Centrale Autobus 109 o 318 fino a Piazza Indipendenza.
Da Piazza Indipendenza proseguire a piedi per circa un chilometro..Per saperne di più
Per maggiori informazioni sulla fontana Pretoria è possibile visitare il sito internet https://www.turismo.it/cultura/articolo/art/palermo-i-segreti-della-fontana-della-vergogna.
Su Palermo ho scritto anche a proposito del Cimitero dei Cappuccini.
– Le mummie del cimitero dei Cappuccini (PA)
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– Il battito d’acqua di Legnano (MI)
Il 10 novembre 1973 la Fontana Pretoria è apparsa come soggetto di uno dei francobolli della Serie Fontane, del valore facciale di 25 Lire.
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