Pietragalla, i Palmenti e le Rutt (PZ)

Parco dei Palmenti di Pietragalla

A Pietragalla, nel cuore della Lucania, il Parco dei Palmenti si estende per circa due ettari e contiene circa duecento opere di architettura rurale adibite alla vinificazione, in un complesso unico nel suo genere a livello europeo.

Sembrava uno strano villaggio, con le casette di pietra chiara addossate le une alle altre, disposte su più livelli, quasi tutte con la porta d’entrata di legno chiusa e orientata verso di noi e l’unica piccola finestra, senza vetri, posta sopra l’architrave.
Non avendo mai visto qualcosa di simile, accostammo l’auto sul ciglio della strada e ci avventurammo in esplorazione, con la fotocamera pronta.
Secondo la segnaletica quella era la Piazza della Civiltà Contadina.
Una stradina bianca di polvere e sassi conduceva con una lieve pendenza tra le strane costruzioni alte quanto un uomo; c’era erba ovunque, anche sui tetti leggermente bombati, ricoperti di terra e confusi con i piani di calpestio superiori. Era settembre e cespugli di fiori gialli davano tocchi vivaci di colore.
Parco dei Palmenti di PietragallaEravamo gli unici visitatori a godere del piacevole senso di quiete e dell’ampio panorama collinare che si apriva dal punto più alto.
Alcuni cartelli e la possibilità di spiare all’interno delle costruzioni ci permisero di capire che eravamo nel Parco dei Palmenti di Pietragalla. Dentro le casupole c’erano delle vasche scavate nella pietra calcarea locale. Quella più piccola serviva per la pigiatura dell’uva ed era collegata ad un’altra più ampia e profonda, adibita alla fermentazione del mosto. La piccola finestrella sopra l’architrave serviva per far uscire l’anidride carbonica che si forma durante questa fase.
Parco dei Palmenti di PietragallaNicchie alle pareti permettevano l’alloggiamento di candele e vivande; in alcuni palmenti, un anello di ferro fissato al soffitto in corrispondenza della vasca più piccola, offriva un appiglio al contadino durante la pigiatura; in altre, un camino per scaldare il mosto serviva ad accelerarne la fermentazione che, altrimenti, impiegava almeno due settimane.
Le vasche erano generalmente due o quattro ed erano differenti per vino rosso e vino bianco.
I palmenti erano in gran parte interrati per mantenere la temperatura al loro interno costante; Uno strato di terra e manto erboso copriva il tetto per impermeabilizzarlo. La vasca per la fermentazione era orientata in modo da essere lontana dall’unica fonte di luce.
Parco dei Palmenti di PietragallaErano tanti i piccoli accorgimenti adoperati per ottenere un vino di alta qualità; fino a quarant’anni fa, la produzione vinicola a Pietragalla era abbondante e poteva essere una fonte di guadagno; le vigne nei dintorni producono ancora ma solo per soddisfare il fabbisogno delle famiglie che vivono ancora qui: i giovani hanno cercato lavoro altrove e le hanno abbandonate.
I palmenti furono utilizzati dal XIX secolo fino agli anni sessanta, con l’ eccezione di qualcuno che sembra ancora in funzione.
Quando era pronto, il vino veniva spillato dentro i barili e portato da uomini forti sulle spalle o a dorso di mulo fino al paese. Lì ci sono le cantine, in dialetto “rutt”, antri enormi e bui scavati sotto le case, contenenti file ordinate di botti per la conservazione e l’invecchiamento del vino. Ogni famiglia aveva le sue.
Gli anziani di Pietragalla ricordano ancora quando le giovinette più minute entravano nude nelle botti per lavarle con l’acqua portata nei secchi dalle altre compaesane o quando, da bambini, erano mandati qui a riempire caraffe o bottiglie e dovevano farsi coraggio per affrontare le ombre inquietanti proiettate dalle luci delle candele che non arrivavano mai ad illuminare il fondo della cantina.
Il Parco dei Palmenti e le “rutt” di Pietragalla testimoniano oggi non solo le ingegnose soluzioni che i nostri padri erano in grado di elaborare per soddisfare le esigenze della vita rurale ma anche la velocità con la quale la nostra società è cambiata, rischiando di condannare all’oblio in breve tempo le tradizioni della civiltà contadina dalla quale, tutto sommato, discendiamo tutti.

Città Pietragalla

Provincia Potenza

Regione Basilicata

Coordinate GPS 40°45′N 15°53′E

Come arrivare

In auto: da Potenza. Seguire la SS 658 in direzione Nord fino a San Nicola, svoltare sulla SS 169 in direzione Ovest verso Pietragalla.  Il parco Urbano dei Palmenti si trova lungo la strada, dopo aver superato il paese; è possibile prendere come punto di riferimento Via Luigi Cadorna. Si arriva a destinazione in poco meno di mezz’ora.

Cosa visitare nei dintorni

– Acerenza (PZ)
Muro Lucano (PZ)

Per saperne di più

Ho trovato molte informazioni utili su Pietragalla nel sito istituzionale del comune: http://www.comune.pietragalla.pz.it/Home/GuidaDettagli.

Per immergersi nelle tradizioni dei Palmenti e delle Rutt tramite i ricordi degli abitanti di Pietragalla, penso sia imperdibile il video: https://www.youtube.com/watch?v=cbX2kXZqnl0&t=743s.

Se cerchi altri luoghi autentici, testimoniati dai loro abitanti, potrebbero interessarti anche i seguenti articoli con i relativi contenuti linkati:
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Chamois: la perla delle Alpi (AO)
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I pescatori di Acitrezza (CT)

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2 commenti

  1. Bravissimi. Soni state pubblicate molte descrizioni sui Palmenti da vari bloggers, siti ecc. La vostra è senza dubbio la migliore e precisa. Complimenti

    • Grazie per la visita ed il commento. Ho scritto per condividere l’emozione della scoperta e per aiutare gli altri viaggiatori che vivono la stessa esperienza a comprendere meglio ed apprezzare ciò che si trovano davanti.

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