Una visita allo stabilimento abbandonato della Bugatti a Campogalliano permetterà di rivivere un mito attraverso i ricordi di chi l’ha davvero vissuto: tra le grandi sale ormai spoglie rieccheggiano i fantasmi di un sogno, i ricordi delle attività degli operai, le risate tra colleghi e le feste.
Nella periferia di Campogalliano si nasconde un pezzo di storia da poco tornato alla ribalta, reso torbido da boicottaggi e sabotaggi che causarono la fine di un grande sogno ambizioso. Un sogno che per un decennio è stato un mito e una realtà. Un sogno chiamato Bugatti. Non voglio parlare delle vicende che hanno portato alla chiusura dello stabilimento di Campogalliano nel 1995: quelle sono state documentate da giornali, riviste e interviste che girano sul web. Voglio raccontare di una visita all’ex-stabilimento organizzata dall’associazione “Luoghi dell’abbandono”. Siamo stati accolti dal guardiano e la sua famiglia che hanno vissuto in prima persona l’ascesa e la fine del mito Bugatti e ci hanno accompagnati nelle grandi sale raccontandoci aneddoti di vita quotidiana.
Hanno conosciuto personalmente Romano Artioli, l’imprenditore mantovano che aveva voluto la costruzione dello stabilimento e aveva investito oltre mille miliardi delle vecchie lire per progettare e sviluppare pezzo per pezzo una vettura che fosse all’avanguardia. Era la fine degli anni ottanta.Romano Artioli era un vero signore: se lo ricordano arrivare la mattina in bicicletta con un saluto cordiale. Uomo preciso e attento ai particolari, credeva fermamente nell’importanza del benessere dei suoi impiegati e operai: aveva procurato loro tute e uniformi, aveva voluto una bella mensa grande e locali ampi e luminosi, aveva scelto le piante con cui abbellire la vasta area verde che circonda lo stabilimento. Aveva fatto in modo che i suoi sottoposti partecipassero a un corso sul “fattore umano” e spingeva affinché tra di loro ci fosse armonia. La nostra guida ricorda ancora con gli occhi lucidi le feste di Natale e le gare di gokart, il clima di collaborazione tra colleghi, le piccole soddisfazioni per un complimento o una parola gentile. La Bugatti per lei è stata una seconda casa. Ricorda quando venivano allo stabilimento ospiti illustri: a pranzo erano accolti nella mensa, mentre a cena erano coccolati dalle prelibatezze casalinghe cucinate dalla signora Nadia, la “Regina della foresteria”, che veniva ringraziata con un sentito applauso. La figlia serviva ai tavoli, seguiva il negozio, accompagnava i visitatori per le sale dello stabilimento proprio come ha fatto per noi. Abbiamo visto i reparti dove i progetti della Bugatti hanno preso vita: delle foto ci hanno permesso di confrontare gli ambienti quando ancora fervevano di attività con la triste realtà di abbandono che ci siamo trovati davanti agli occhi: le auto, i macchinari, gli arredi, tutto è andato all’asta. Restano stanze spoglie e solitarie che sembrano enormi, il fantasma di un mito che sa ancora emozionare chi l’ha vissuto. Lo stabilimento della Bugatti è stato abbandonato, ma non lasciato al degrado: il custode se ne prende ancora cura, pota le piante, tiene lontani i malintenzionati, pulisce, fa piccole faccende e accompagna visitatori curiosi o nostalgici, veglia con riconoscenza nella speranza che il vecchio sogno prenda di nuovo vita.
Città Campogalliano
Provincia Modena
Regione Emilia-Romagna
Coordinate GPS 44°41′25.36″N 10°50′20.03″E
Come arrivare
In auto: da Modena. Campogalliano dista circa 9Km da Modena. Per arrivarci basta prendere la tangenziale in direzione Carpi, poi seguire le indicazioni sulla SP13 per Campogalliano.
In treno: La stazione ferroviaria più vicina è quella di Modena.
Cosa visitare nei dintorni
– Modena.
Per saperne di più
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