Posto a poco più di mille metri d’altitudine, tra i Monti Marsicani, nella valle del Tasso-Sagittario, Scanno è un piccolo borgo montano molto suggestivo ed antico, diventato famoso grazie alle opere di pittori e fotografi che ne hanno diffuso le immagini in tutto il mondo.
Vista da lontano, Scanno offre la rude bellezza di un piccolo borgo incastonato tra i Monti Marsicani. Le case di pietra chiara, addossate l’una all’altra lungo il pendio della Montagna Grande, sembrano quelle di un presepe.
Basta oltrepassare la Porta della Croce, l’unica rimasta dell’antica cinta medievale, per entrare nel “paese amato dai fotografi”, suggestivo ed elegante, che ha scoperto la propria vocazione turistica grazie alla notorietà. Era, infatti, il secondo dopoguerra quando artisti di fama internazionale, del calibro di Henri Cartier-Bresson, realizzarono qui reportage di straordinaria bellezza che fecero il giro del mondo.
Guardandoci attorno ed ammirando i portali settecenteschi e le bifore e trifore dei palazzi nobiliari più alti, è difficile pensare che per secoli questo sia stato un paese di pastori, impegnati nella transumanza lungo il Tratturo dieci mesi all’anno.
Tornavano a casa a giugno, per la festa di Sant’Antonio, e ripartivano a settembre, dopo la festa di Sant’Eustachio, diretti verso il Tavoliere pugliese e pascoli migliori. Lasciavano le loro donne sole ad affrontare le sfide della vita quotidiana; ne derivò una società matriarcale, fatta di donne forti, montanare orgogliose ed indipendenti, vestite con quell’austero abito tradizionale che qualcuna indossa ancora.
Sono belle, hanno un portamento fiero e la faccia pulita, senza trucco. Le descriveva così anche Anne MacDonell nel suo libro di viaggio “In the Abruzzi”, pubblicato a Londra nel 1908: “quasi tutte sono graziose ed una su tre induce a voltarsi per ammirarla ma lei risponderà al tuo sguardo con una serenità altera mentre cammina verso la fontana con la sua conca di rame sulla testa.”
Le dipingeva così anche Estella Canziani, artista britannica che, nell’agosto del 1913, visitò Scanno ed altre località abruzzesi e dipinse i volti ed i paesaggi della regione; li descrisse poi nel suo libro di viaggio “Attraverso l’Appennino e le Terre d’Abruzzo”, pubblicato nel 1928.
Le vediamo così anche nei ritratti del reportage di Hilde Lotz-Bauer, fotografa tedesca e studiosa di storia dell’arte, che visitò Scanno più volte negli anni trenta del millenovecento. La sua Leica immortalò soprattutto le donne del paese, sia giovani che vecchie, sia vedove con il volto semicoperto da un fazzoletto nero che spose sorridenti, con addosso un grembiule ricamato che sembra brillare. Nei suoi scatti tutte vestono l’abito tradizionale scuro, composto dalla gonna pesante, lavorata in pieghettine sottili e lunga fino alle caviglie, e dal corpetto attillato, con ampie maniche arricciate sulle spalle e strette ai polsi e ornato da bottoncini d’argento. Tutte hanno la testa coperta, alcune da un fazzoletto, altre da un piccolo cappello.
Le vediamo alla fontana a prendere l’acqua o impegnate a mescolare un calderone con dentro foglie di frassino per tingere la lana delle gonne o mentre camminano impettite, portando sulla testa grosse ceste o pesanti catini o fascine di legna per cucinare. In una foto sono di schiena, sedute una accanto all’altra sui gradini di “Vico Ciorla”, lo stesso lungo vicolo che il grande grafico e incisore olandese Maurits Cornelis Escher aveva disegnato su una litografia nel 1930.
Scanno è lo sfondo, ben riconoscibile, con le facciate delle sue chiese, le piazzette ed i portali dei palazzi. Ci lasciamo catturare anche noi, entrando involontariamente nelle foto altrui mentre scendiamo i gradini di scalette e scalinate, come se fossimo all’interno di un labirinto impossibile.
Archi profondi si aprono su improvvisi scorci ariosi e panorami coronati dal verde dei boschi dei monti circostanti; la luce intensa del sole si riflette sulla pietra chiara del selciato e l’aria è limpida e frizzante.
Siamo attratti da ogni cosa, dai vicoli pittoreschi che sembrano infiniti, dai giochi di luce ed ombre.
Arriviamo davanti alla chiesa della Madonna del Carmine e lo spazio si apre, improvviso, su più piani.
Diversi giochi di linee e prospettive, sottolineate dal nero tratteggio delle ringhiere, catturano il nostro sguardo e restiamo ad ammirarle nello stesso punto in cui si fermarono Henri Cartier-Bresson nel1951, Mario Giacomelli nel 1957 e Gianni Berengo Gardin nel 1987.
Appena più in basso c’è Piazza San Rocco, dove, nel 1956, Silvana Mangano recitò alcune scene del film “Uomini e Lupi”, interamente girato tra Scanno e dintorni, all’epoca imbiancati da una spessa coltre di neve.
Alcune panchine all’ombra degli alberi invitano a prendersi una sosta ed ammirare il paesaggio; non serve essere grandi fotografi per restare affascinati dalla bellezza di Scanno.
Città Scanno
Provincia L’Aquila
Regione Abruzzo
Coordinate GPS 41°54′09.51″N 13°52′47.62″E
Come arrivare
Molte informazioni utili per raggiungere Scanno sono disponibili sul sito: https://www.visitscanno.com/poi-scanno/come-arrivare-a-scanno/.
Cosa visitare nei dintorni
– Lago di Scanno (AQ);
– Villalago (AQ);
– Sulmona (AQ), la patria dei confetti;
– Pacentro (AQ)Per saperne di più
Per maggiori informazioni su Scanno è possibile consultare il sito internet: https://www.ilborghista.it/borgo-scanno-aq-5468.
Scanno è iscritto al club “I Borghi più belli d’Italia”; se cerchi ispirazione e vuoi scoprirne altri, potrebbero interessarti anche gli articoli raccolti nella seguente sezione:
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A Scanno sono state girate alcune scene del film del 1957 “Uomini e Lupi”, diretto da Giuseppe De Santis e Leopoldo Savona. Se ti diverte riconoscere le location italiane che potresti aver visto sul grande e piccolo schermo, potrebbero interessarti anche gli articoli raccolti nella seguente sezione:
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Nel 1957, lo scrittore Guido Piovene descrisse Scanno nel suo reportage di viaggio intitolato “Viaggio in Italia”. Eccone un piccolo stralcio: “La graziosa Scanno, ad esempio, alta sulla collina, conserva qualche goccia di colore orientale, che fa macchia contro lo sfondo dei palazzotti barocchini. L’uso di portare il costume, qui diverso che altrove, austero, nero e bianco quasi per un lutto perpetuo, ravvivato dagli ori, forse è tenuto desto per i turisti, oggi che Scanno è un piccolo centro di villeggiatura.”
In “Borgo Sud”, Donatella Di Pietrantonio racconta Scanno così: “– Qui nel ’57 Giacomelli ha scattato la celebre fotografia esposta al MoMA, – ha detto il professore soffermandosi su uno scorcio. – Il bambino di Scanno, – mi sono ricordata. – Sí. Il bambino che cammina con le mani in tasca e lo sguardo adulto, unico soggetto a fuoco tra le donne vestite di nero, – e Morelli si è rivolto a me di tre quarti. – In queste vie hanno lavorato anche Cartier-Bresson, Berengo Gardin. Mostrava le meraviglie del borgo, come se indicasse la lavagna durante una lezione. – Ma prima di loro, – ha aggiunto sfiorandomi un braccio, – è venuta una donna, Hilde Lotz-Bauer, già negli anni Trenta.“.
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Il 16 novembre 2013 Scanno è apparsa insieme a San Leo (RN) e Tropea (VV) tra i soggetti della Serie filatelica Turismo, con il valore facciale di 0,70€.
Se cerchi i luoghi italiani celebrati nelle emissioni filateliche italiane, ne troverai molti nella sezione dedicata:
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