Tra i Monti Sibillini, a Rubbiano, nel territorio comunale di Montefortino, l’eremo di San Leonardo è un dono che padre Pietro Lavini, detto “il Muratore di Dio”, ha fatto a tutti noi con coraggio, umiltà e grandi sacrifici.
Sembra una pioggerellina fitta e sottile quella che scende dai fianchi del monte Zampa. Desta meraviglia, scintillando alla luce del sole. Non è uno scherzo del meteo: sono piccole cascate a goccia che, per la loro particolare conformazione, sono chiamate “Pisciarelle”.
Siamo di fronte all’ingresso alla Gola dell’Infernaccio, in procinto di percorrere una delle escursioni più famose e suggestive del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Proseguendo lungo un sentiero bianco di ghiaia, accompagnati dal suono scrosciante dell’acqua che scorre, superiamo un ponticello di legno molte volte travolto da frane e slavine. Attraversiamo così il fiume Tenna che, pazientemente, nel corso dei secoli, ha scavato i fianchi dei monti Priora e Sibilla, modellando una vallata selvaggia, dalla bellezza mozzafiato.
Secondo la leggenda, nelle notte di plenilunio, le fate, ancelle della maga Alcina, scendevano dal Monte Sibilla fin qui, a fondovalle, per danzare con i pastori.
Dopo qualche saliscendi, al di là di una passerella, le pareti scoscese di roccia calcarea si alzano verso il cielo quasi fino a toccarsi; la luce che filtra sembra affilata come una lama.
Il sentiero prosegue, costeggiando il fiume d’acqua cristallina, a tratti spumeggiante, per poi riprendere a salire all’ombra di un rigogliosa faggeta, dove le radici degli alberi disegnano arabeschi a tratti inverditi dal muschio.
Infine, all’improvviso, in lontananza, oltre gli alberi, appaiono gli ampi archi ogivali che traforano il portico dell’Eremo di San Leonardo; l’effetto ha la bellezza di un sogno ad occhi aperti. L’edificio sorge nella parte finale di un pianoro, con le vette selvagge dell’Appennino umbro-marchigiano che gli fanno da sfondo e da cornice.
Quando, appena dodicenne, Pietro Lavini lo vide per la prima volta, l’eremo era ridotto allo stato di rudere; tuttavia il ragazzo rimase affascinato “da questo luogo, questa casetta in mezzo al bosco, nel silenzio, nel raccoglimento” ed a lungo meditò su chi avesse potuto abitarci.
Anni dopo vi tornò spesso; portava carta, penna e calamaio e, seduto sulle pietre tra rovi e piante, disegnava, studiandone i particolari. Sognava di ricostruire la “chiesina” com’era prima di cadere nel degrado ma, essendo un giovane frate Cappuccino, non aveva il denaro per comprarne il terreno, né avrebbe potuto possederlo. Come fare?
Ricevette in dono il lotto dal proprietario Leonardo Albertini, figlio di Luigi Albertini, storico direttore del Corriere della Sera, su intercessione della moglie Tania Tolstoj, nipote del famoso scrittore russo, insieme a 50.000 Lire per il passaggio di proprietà. La donazione fu intestata al Monastero di Santa Vittoria in Materano.
Il 24 maggio 1971, con una carriola, umiltà e tanto coraggio, padre Pietro Lavini iniziò un’impresa leggendaria. Prima ripulì il sito dal letame delle pecore e capre portate lì a pascolare; poi recuperò i materiali da costruzione e, trascorrendovi i giorni e le notti, iniziò a riparare.
Scavandone le fondamenta, ne scoprì la storia, iniziata quando i Romani eressero qui un tempietto per ringraziare gli dèi della vittoria con la quale conquistarono questo luogo di passaggio lungo un’antica via di montagna che collegava il Mar Adriatico a Visso, Norcia e Roma.
Intorno al 650 dopo Cristo, i monaci di Farfa costruirono sulle rovine del tempio pagano il primo monastero benedettino nel Piceno, che rimase attivo fino al XVI secolo, quando i frati Camaldolesi lo abbandonarono per la rigidità degli inverni e la paura dei briganti.
Eccola adesso, in stile gotico, come doveva essere “la chiesina” al tempo del massimo splendore del monastero. L’ha ricostruita, pietra dopo pietra, un uomo solo, il “Muratore di Dio” in quarant’anni di duri sacrifici, lavorando ogni giorno da prima dell’alba fino a sera, sfidando pioggia, neve e stanchezza, sostenuto dalla forza incrollabile della sua vocazione e dalla generosità di chi gli ha donato cibo, cemento ed altri materiali da costruzione.
“Io ho messo le mie mani, tutta la mia forza di volontà e la mia disponibilità. Certo sapevo a cosa andavo incontro, a dei sacrifici immensi, però capivo bene che senza sacrificio non si ottiene niente.”
Nelle sue intenzioni, la ricostruzione della “chiesina” è un dono per tutti noi: un luogo di preghiera, immerso nel silenzio totale, lontano dalla vanità del mondo, dove riscoprire se stessi ed i veri valori della vita. È il suo testamento spirituale, un insegnamento sul valore del sacrificio e la forza del coraggio.
“Penso che in questa avventura, in questa storia, io c‘ entro pochissimo. Penso che l’iniziativa sia partita da Dio, quindi Dio aveva un suo progetto, aveva un suo disegno su questo posto, forse per richiamare gli uomini sui veri valori della vita. Quello che serve e quello che non serve. Qui gli uomini veramente riescono a scoprire questi veri valori.”
Padre Pietro Lavini è venuto a mancare il 9 Agosto 2015. I terremoti del 2016 e 2017 hanno danneggiato l’eremo di San Leonardo e da allora il bel campanile a vela si è distaccato dalla chiesa ed è stato messo in sicurezza, ingabbiato in una struttura di ferro.
Spero che “provvida una man dal cielo” venga a riparare la “chiesina” con la stessa cura ed amore con i quali padre Lavini l’ha costruita per noi.
NOTA: Le foto caricate sono state scattate nel 2015.
Città Rubbiano, nel territorio comunale di Montefortino
Provincia Fermo
Regione Marche
Coordinate GPS 42°55′19.18″N 13°16′32″E
Come arrivare
A piedi: è possibile raggiungere l’eremo di San Leonardo solo a piedi, percorrendo un sentiero molto bello e facile. Ho trovato tutte le informazioni sul percorso sul sito:
https://www.sibilliniweb.it/citta/montefortino-leremo-di-san-leonardo-le-cascate-nascoste-le-sorgenti-del-fiume-tenna-attraversando-le-gole-dellinfernaccio/Cosa visitare nei dintorni
– Montefortino (FM)
– Montemonaco (AP)
– Abbazia di Chiaravalle di Fiastra (MC)
– Castello della Rancia (MC)
– Tolentino (MC)
– Visso (MC)
Per saperne di più
È possibile trovare tutte le informazioni relative all’Eremo di San Leonardo al Volubrio sul sito internet: https://www.turismo.marche.it/it-it/Cosa-vedere/Attrazioni/Eremo-di-San-Leonardo/3416
Nel 1998, padre Pietro ha raccontato la sua testimonianza nel libro “Lassù sui monti…”. Per saperne di più è possibile consultare il sito: http://www.mariadinazareth.it/Padre%20Pietro/libro%20indice.htm.
Padre Lavini è morto nel 2015 ma in rete si trovano ancora alcune interviste che ha rilasciato:
– https://www.youtube.com/watch?v=Esfp3vPes7o
– https://www.youtube.com/watch?v=r0AuZ0jm3hYIl giornalista della RAI Vincenzo Varagona ha raccontato la storia di padre Lavini in “Il Muratore di Dio”. Se vuoi leggere le storie di persone che potresti aver incontrato o di luoghi che potresti aver visitato, potrebbero interessarti anche articoli raccolti nella seguente sezione:
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